skip to Main Content

Che cos’è la terapia endocrina o terapia ormonale?
In oncologia, per terapia endocrina o ormonoterapia si intende la somministrazione di farmaci endocrinologici per la cura di tumori ormonodipendenti o ormonosensibili, come il carcinoma della mammella.

Minerva-Studio-Fotolia-com15-400x320

Come agisce la endocrinoterapia?

Ad oggi, si ritiene che gli estrogeni siano coinvolti nella nascita e nello sviluppo di almeno un terzo dei tumori del seno. Questa evidenza è nota già dal 1896, quando Beatson praticò, per la prima volta, l’ovariectomia per il trattamento di pazienti con tumore della mammella. Dopo oltre cento anni, oggi le conoscenze scientifiche sul ruolo degli ormoni sessuali si sono notevolmente perfezionate. I meccanismi d’azione della terapia ormonale sono sostanzialmente due:

  • Antiestrogeni: sono farmaci che impediscono agli estrogeni prodotti dal corpo, una volta entrati nelle cellule tumorali, di favorirne la crescita e lo sviluppo.
  • Inibitori dell’aromatasi: si tratta di farmaci che impediscono la formazione degli estrogeni a partire dagli androgeni nei tessuti periferici e, pertanto, sono molto utili in postmenopausa, quando l’attività ovarica è fisiologicamente interrotta.
  • Analoghi dell’LH-RH (detti anche down-regulator ipofisari): inducono la menopausa farmacologica attraverso il blocco degli ormoni ipofisari che stimolano la sintesi degli estrogeni da parte delle ovaie.
terapia-ormonale-sostitutiva-in-menopausa

Quando viene effettuata la ormonoterapia?
L’espressione del recettore per gli estrogeni nel tumore è un importante criterio per la scelta della terapia ormonale: infatti, è stato ampiamente dimostrato che, più elevato è il contenuto di recettori nel tumore, maggiori sono le probabilità di un effetto terapeutico.

La terapia ormonale si può attuare in sequenza dopo la chemioterapia oppure da sola nei casi in cui rappresenti il trattamento più indicato. Tuttavia numerosi altri fattori concorrono alla selezione della endocrinoterapia:

  • Presenza di recettori estrogenici e/o progestinici sulle cellule tumorali
  • Stato menopausale
  • Presenza o meno di controindicazioni al trattamento e/o di altre patologie associate

Come si assume la terapia ormonale?
I farmaci ormonali sono somministrati tipicamente per via orale in compresse e in alcuni casi per via intramuscolare e/o sottocutanea. La durata del trattamento varia in relazione alla sua finalità e alla fase di malattia:

  • malattia in fase iniziale: 5 anni se la finalità è adiuvante’. È possibile utilizzare il medesimo farmaco per 5 anni o una sequenza di due farmaci differenti (switch); inoltre, il trattamento ormonale può continuare, in casi ben selezionati, fino al settimo anno.
  • malattia in fase metastatica: la durata della terapia dipende dalla risposta al trattamento.

Come viene scelto il trattamento da effettuare?
La scelta del trattamento ormonale da somministrare alla paziente operate per carcinoma mammario che esprime recettori ormonali varia in funzione dell’età e dello stato menopausale. I farmaci vengono selezionati in base al loro meccanismo di azione.

  • Generalmente nelle donne in stato premenopausale la terapia ormonale di scelta è il tamoxifene (antiestrogeno) associato ad analoghi LH_RH perché il ‘blocco estrogenico’ che inducono potenzia l’efficacia del tamoxifene.
  • Differentemente, in postmenopausa, i farmaci più comunemente utilizzati sono gli inibitori dell’aromatasi come l’anastrozolo, il letrozolo e l’exemestane.

Quali sono gli effetti collaterali più comuni?
Gli effetti collaterali della terapia ormonale sono in genere lievi e sono rappresentati da:

  •  vampate di calore e/o sudorazione eccessiva (sindrome premenopausale);
  •  secchezza vaginale e/o perdite vaginali,
  •  variazioni di peso (aumento o diminuzione);
  •  osteoporosi con dolori ossei articolari o muscolari,
  •  cefalea,
  •  stanchezza e/o insonnia;
  •  alterazioni dell’umore e/o depressione.
  •  alterazioni delle transaminasi, di colesterolo e trigliceridi.

In taluni casi, possono verificarsi disturbi più gravi quali:

  • perdita parziale della vista
  • tromboflebiti, trombosi profonde ed embolia polmonare
  • episodi ischemici cerebrali
  • ipertensione arteriosa e ischemia miocardica
  • carcinoma dell’utero.