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Che cos’è la terapia biologica?
Negli ultimi anni sono stati realizzati dei nuovi farmaci in grado di colpire solo le cellule tumorali, agendo su di un bersaglio presente esclusivamente o prevalentemente nelle cellule tumorali.

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Questi farmaci sono denominati anticorpi monoclonali o farmaci intelligenti per questa loro capacità di colpire in modo specifico una proteina presente sulle cellule tumorali o nel circolo sanguigno, chiamata anche target molecolare, e non danneggiare le cellule sane. In questo senso gli anticorpi monoclonali, mirati a colpire bersagli molecolari così specifici, permettono di limitare al massimo gli effetti collaterali della chemioterapia classica.

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Cosa sono gli anticorpi monoclonali?

Gli anticorpi monoclonali sono simili agli anticorpi che ci difendono dalle infezioni e da altre malattie, ma hanno la caratteristica di essere stati realizzati per colpire ed eliminare determinate cellule tumorali che si riconoscono dalla presenza di recettori specifici (target). Per il trattamento dei tumori della mammella gli anticorpi monoclonali più utilizzati sono trastuzumab e bevacizumab, meglio noti con i nomi commerciali di Herceptin® e Avastin®-Trastuzumab (Herceptin®)

Quando viene effettuata la terapia biologica?
La terapia biologica è indicata nel trattamento del carcinoma mammario che produce grandi quantità di bersagli per il farmaco da utilizzare che sono rispettivamente per il:

  • Transtuzumab (Hercetpin): la proteina HER2 presente sulla superficie delle cellule tumorali e in grado di stimolare la loro moltiplicazione. Il farmaco si lega alla proteina HER2 e in questo modo può arrestare la crescita delle cellule tumorali. Tuttavia solo il 25% circa dei tumori della mammella presenta alti livelli di proteina HER2, pertanto l’indicazione alla terapia con trastuzumab è, infatti, definita esclusivamente in relazione alla presenza di elevati livelli di espressione della proteina HER2.
  • Bevacizumab (Avastin):è un anticorpo monoclonale anti-VEGF (fattore di crescita endoteliale vascolare), il più importante fattore di crescita che impedisce la formazione di nuovi vasi (attività angiogenica) impedendo il collegamento del tumore con i vasi sanguigni circostanti, riducono o bloccano il rifornimento di sangue, elemento fondamentale per la crescita, sopravvivenza e diffusione delle cellule tumorali.

Qual’è la finalità del trattamento biologico?
La finalità del trattamento varia a seconda della fase di malattia:

  • Nella malattia in fase iniziale il trattamento contribuisce a ridurre il rischio di ripresa del tumore e induce ottime risposte anche quando impiegato come terapia primaria. Generalmente si somministra in associazione con la chemioterapia o alla sua conclusione. La durata complessiva del trattamento è di un anno.
  • In caso di malattia localmente avanzata: il trattamento contribuisce a ridurre l’estensione locale di malattia consentendo di migliorare l’operabilità del tumore e anche della prognosi. Si somministra generalmente in associazione alla chemioterapia e si prosegue anche alla sua conclusione
  • Nella malattia in fase metastatica: il trattamento più frequentemente si associa alla chemioterapia o alla terapia ormonale, ma può essere utilizzato anche da solo. Quando è impiegato in associazione alla chemioterapia o all’ormonoterapia, migliora la prognosi rispetto alla sola chemioterapia o alla sola ormonoterapia. La durata del trattamento varia in funzione della risposta alla terapia.

Quali sono gli effetti collaterali del trattamento?
Gli effetti collaterali sono di solito lievi: alcune pazienti possono sviluppare sintomi simili a quelli riferiti durante l’influenza. In altri casi compare diarrea, mal di testa, reazioni allergiche. Gli effetti collaterali più comuni insorgono in genere alla prima somministrazione del farmaco (durante l’infusione o nelle ore immediatamente successive) e sono rappresentati da brividi, febbre e sintomatologia simil-influenzale (di breve durata), cefalea, sonnolenza.
Sono, invece, rari i casi di alterazioni della funzionalità contrattile del muscolo cardiaco (raramente associato a scompenso cardiaco) e ipertensione arteriosa. Questi disturbi, per altro rari, sono generalmente reversibili con ripristino di una normale funzionalità cardiaca alla sospensione del trattamento e con adeguata terapia cardiologica. Per tale motivo periodicamente verranno richiesti specifici esami cardiologici. Altrettanto rari sono i casi di disturbi respiratori e reazioni allergiche.